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RADIO |
29 AUG 08 |
NOTE USO NE 602 612 COME BFO |
NO MATH! |
AF ENZ VINCI |
Mai prendere gli schemi delle riviste come infallibili o perfetti. Verificare sempre con la pratica!
Mi sono trovato ad utilizzare il celebre integrato NE602 come BFO. È un po’ datato ma i suoi successori sono tutti per montaggio superficiale, e più introvabili di lui. Ho visto numerosi articoli che lo impiegano. Così ne prendo uno a caso dal libro “LOW POWER SCRAPBOOK” del famoso reverendo Dobb, che riporta una serie numerosa di esempi costruttivi. Il selezionato è di Basil Dale VK2AW da LO KEY.
Utilizza una normale media frequenza, anche di recupero, come LC.
Ma funziona?
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La frequenza di impiego è 455 kHz. Lo schema a destra è il circuito implementato da me. Come si vede, almeno per la parte dell’oscillatore (tre componenti), sui pin 6 e 7 del 602 i due schemi sono pressoché uguali. Ebbene all’utilizzo scopro che lo schema suggerito va malissimo. Invece di oscillare con tranquillità manda una serie di treni di onde smorzate a 455, adatte a trasmettere nemmeno ai tempi di Marconi! Posso capire come gli antenati furono felici a ottenere il famoso CW o onda continua con le valvole appena nate.
Le due figure sopra illustrano le forme d’onda misurate con l’oscilloscopio sul piedino 7 del NE602. La prima con i valori di C6 e C7 come da schema originale. L’impressione è che la parte attiva dell’oscillatore sia troppo sensibile e quindi diminuisco drasticamente i valori dei condensatori, in modo da diminuire l’eccitazione con reattanze più elevate. Dopo vari tentativi con valori via via più piccoli il risultato è evidente: C6 da 56 picoFarad e C7 da 4n7F. Ma non sono ancora contento, l’onda è continua ma quel dente che si vede sui fronti di salita è foriero di armoniche.
Le figure che seguono raffigurano lo schema a blocchi e lo schema elettrico del NE602. Il NE612 è molto simile ma costa meno, è più rumoroso e ha meno guadagno di conversione. Ma alle basse frequenze… va lo stesso. E si comporta uguale elettricamente.
L’oscillatore è un semplice transistor con la base disponibile al piedino 6 e l’emitter al piedino 7. Se non si volesse l’oscillatore, il segnale per la conversione va iniettato sul pin 6 con ampiezza circa di 200 .. 300 milli-Volt rms, lasciando il pin 7 libero. La tensione di alimentazione non deve superare 9 Volt pena la distruzione.
Questo circuito integrato può dare buone prestazioni se non viene sovraccaricato. Quindi non è necessario avere una forte amplificazione di media frequenza, che a segnali forti provocherebbe sicuro intermodulazione, e anche l’oscillatore locale non serve molto potente.
Ebbene, non potendo adattare l’impedenza dell’emitter variando le spire del circuito accordato (che sarebbe la cosa migliore, ma non attuabile perché l’oggetto è troppo piccolo) ho inserito una resistenza in serie da 680 ohm. Il risultato è la forma d’onda della prossima figura. Preoccupa un po’ il fatto che potrebbe scaldare e diminuire le prestazioni… ma è su da una notte e non ha fatto una piega. C6 56 pF ceramico NPO; C7 4700 pF di quelli verdi …; R 680 ohm. IF trasformer è una bobinetta di media da radiolina presa nuova a Marzaglia, ma anche di recupero va bene.
Non sono ancora del tutto soddisfatto, ma dato che il ricevitore per cui serve non ha grandi pretese, mi accontento. Da notare che anche una resistenza in più, se lo spazio è poco, da veramente noia.
Per migliorare bisognerebbe agire in modo da calare il livello di ampiezza dell’oscillazione. Ne basta poca, a riuscirci 1volt picco picco sulla base sarebbero anche troppi.
Ah il circuito che si vede nella seconda figura di questa nota mostra anche il seguito del rivelatore a prodotto, cioè il primo amplificatore di bassa frequenza. Che per mia scelta è un LM358 in configurazione amplificatore operazionale per prelevare il segnale dal detector in modo bilanciato.
Buon divertimento,
Alessandro Frezzotti